IL FASCINO DEL MAROCCO
ALLA SCOPERTA DI UNA TERRA SENZA TEMPO

Lasciamo il freddo di Roma e atterriamo a Casablanca, l’arietta mite del dolce inverno marocchino ci da il benvenuto e nella nostra mente già rimane impressa l’immagine dei colori e dei profumi unici di questa terra.
Sale l’entusiasmo per questo viaggio non appena ci ritroviamo a passeggiare tra monumenti di straordinaria bellezza ed antiche leggende: quest’anno ci attende un Capodanno davvero insolito.
E’ senza tempo questo Marocco, moderno e antico, più affascinante nella realtà di quanto possa mai risultare dalla più accattivante delle descrizioni in un catalogo per turisti.
Il paesaggio del deserto è mutevole, tra le dune di sabbia disegnate dal vento.


La bellezza della città di Fez cattura subito l’attenzione: il dedalo di stradine della Medina, la parte più antica, sono tanto strette da costringerci in alcuni tratti a schiacciarsi contro le pareti nei vicoli più angusti; attraversando il Mellah, il quartiere ebraico che dal 1438 ha accolto gli abitanti ebrei della città, sembra di essere catapultati in Spagna per i suoi balconi in stile Andaluso.
Camminando tra i negozietti artigianali siamo attratti da una moltitudine di fragranze che aleggiano nell’aria ed entriamo in un’antica farmacia, dove tutti i colori del Marocco sono racchiusi sotto forma di polveri in grossi barattoli e riposti ordinatamente su degli scaffali in legno. La nostra curiosità è rapita dal racconto di un artigiano, che ci spiega e fa vedere il metodo di lavorazione dell’argan.
I Souk di Fes sono il riflesso più intimo e più appassionante della realtà di questo incredibile regno. L’odore autentico della pelle, proveniente dalle concerie e tintorie di pelli ci riporta indietro nel tempo, nel folklore degli scambi tra i mercanti.


Riprendendo il nostro viaggio ci spostiamo più a Sud, dove rimaniamo impressionati alla vista dell’arancio delle Kasbah che spiccano sul giallo-ocra delle dune di sabbia: sono le antiche cittadelle e fortezze dei Berberi, le popolazioni nomadi che abitavano questi luoghi, costruite in paglia e piccoli ciottoli cementati con fango o in terra cruda che ne danno il tipico colore.
Percorriamo una lunga strada sinuosa che sbuca in un fondale di rocce rosse, le Gole di Ziz, un Canyon dalla selvaggia bellezza le cui gole sono il risultato dell’erosione delle acque del fiume omonimo attraverso la catena dell’Atlante.
Arriviamo ad Erfoud proprio il 31 Dicembre e qui salutiamo l’anno trascorso con una cena degna di un Sultano, tra gli odori speziati e i sapori pungenti delle specialità del luogo: il curry e la cannella di una Tajine di agnello, prugne e mandorle servito nella tipica ciotola di terracotta da cui prende il nome, la classica insalata marocchina ricca di peperoni, pomodori e coriandolo; il tradizionale Kalia, uno stufato di montone o capretto cucinato con 40 spezie differenti e servito con uova, verdura e prezzemolo.
Tra le dune dell’oasi di Merzouga, nel deserto di Erg Chebbi, aspettiamo l’alba del nuovo anno bivaccando intorno al fuoco, con l’odore della menta del tipico thè marocchino nell’aria. Le stelle sopra di noi sono miliardi di puntini nell’oscurità. Ci arrampichiamo con fatica sulle dune di sabbia rossa che escono pian piano dall’oscurità e scorgiamo in lontananza un lieve bagliore, l’alba, sempre più calda e avvolgente. Nonostante la parola araba Sahara significhi solitudine, la sensazione che proviamo è tutt’altro che isolamento, questo scenario spettacolare ci riempie anima e cuore.
Ci lasciamo alle spalle quest’esperienza vibrante per dirigerci verso Marrakech, davanti a noi le dune si aprono a vista d’occhio, passando dal deserto nero a quello giallo dopo qualche metro, sempre più rosso e sempre più immenso. Dal silenzio del deserto entriamo nella frenesia della metropoli marocchina, la città rossa, così definita per il colore della pietra arenaria con cui sono costruiti i suoi edifici, che pullula di mercati, giardini, palazzi e moschee… Ma di questo parleremo un’altra volta.

PS: Un ringraziamento speciale a Raffaella&Nicola per la splendide foto!

L.S.